11 giugno 2006
Dizionario schmittiano - Lettera Y
Dizionario schmittiano - Lettera X
Dizionario schmittiano - Lettera W
vers. 1.2-8.12.16 / Bottom.
⇐ || ⇒ Wa - We -Wi - Wo - Wu - Wy.
– Dizionario schmittiano: Lettera A, B, C, D, E, F, G, H, I, J, K, L, M, N, O, P, Q, R, S, T, U, V, W, X, Y, Z.
Analitico -
⇐ || ⇒ Wa - We -Wi - Wo - Wu - Wy.
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Analitico -
Wannsee: vi si trovava il “centro interrogatori”, dove Carl Schmitt fu condotto dopo essere arrestato il 26 settembre 1947. Da una lettera della moglie Duska, riportata da Quaritsch, sappiamo che Schmitt «era stato trattato particolarmente bene», a differenza dei periodi di internamento, particolarmente duro, dove non era permesso scrivere. A Berlino-Wannsee si trovava un altro campo di internamento: il “Civilian Detention Camp”, dove Schmitt all’inizio del 1946 fu trasferito da Lichterfende-Sud. Il CDC era ubicato sulla Königstrasse all’angolo con la Endestrasse. Schmitt era stato arrestato non sulla base dell’apposito istituto dell’«arresto automatico», cui erano soggetti automaticamente quanti rivestivano un ruolo o avevano esercitato una funzione, cosa in cui non rientrava Carl Schmitt in quanto semplice professore universitario, ma fu arrestato sulla base di un atto specifico delle truppe di occupazione a lui indirizzato ed ispirato da delatori dell’emigrazione rientrati al seguito delle truppe americane di occupazione.
Weber, Werner. - Nato nel 1904, morto nel 1975, si era laureato con Schmitt a Bonn, nel 1928. Professore nel 1935 all’Istituto Superiore di Commercio - dove insegnava anche Schmitt -, nel 1942 a Lipsia e nel 1949 a Gottinga. Fu tra i curatori delle Festschriften per Carl Schmitt in occasione del suo settantesimo e ottantesimo compleanno, suscitando uno scandalo (B). A lui Duska Schmitt scriveva il 18.11.1945 per informarlo dell’arresto del marito avvenuto il 26 settembre 1945. Allievo di Schmitt, Weber scrisse nel 1942 un saggio dove venivano descritte le trasformazioni interne all’organizzazione del potere nazista, dove si erano prodotte delle : «trasformazioni strutturali intervenute nell’ordinamento direttivo del Reich. Il Führer si è separato con una cerchia ristretta di assistenti dall’ampio collegio dei ministri del Reich. Il governo del Reich ha rimesso le sue originarie funzioni di consiglio e di assistenza diretta nelle più alte decisioni di governo alle cancellerie, alle quali risultano pertanto equiparati l’Alto Comando della Wehrmacht e un insieme variabile di uffici con competenze specifiche. È un segno modesto e tuttavia caratteristico di questo sviluppo il fatto che ora la prerogativa di essere cofirmatari dei decreti del Führer è riservata alla cerchia di quei capi di cancelleria» (Zeitschrift für die gesamte Staatswissenschaft, CII, 1942, p. 137))». Q | Si deve all’amicizia di Werner Weber se Schmitt, dopo gli attacchi del 1936, poté ancora rimanere in una posizione defilata nella Akademie für Deutsches Recht. - B | - Fonti: Q. | Wikipedia.
Werner Weber nel 1959 |
Weyr, Franz. - Autore di una delle prime recensione su Schmitt, a «Der Wert des Staates» (vedi), critico di Schmitt, amico e discepolo di Kelsen, si trova di lui questa scheda alla nota 157 della pagina 43 del volume di Axel-Johannes Korb, Kelsens Kritiker, Mohr Siebeck: «Franz (Frantiśek) Weyr, geb. 1879 in Wien, Studium der RW in Prag, 1904 Prom., 1909 Habil. für Verwaltungsrecht, 1912 Prof. an der Tschechischen Technischen Hochschule in Brünn, Sommer 1912 Begegnung mit Hams Kelsen, wissenschaftliche und persönliche Freundschaft, 1918/19 Mitglied der ersten tschechoslowakischen Nationalversammlung, Mitarbeit an der Verfassung von 1920, Mitarbeit an der Errichtung Masaryksammlung, Mitarbeit an der Verfassung von 1920, Mitarbeit an der Errichtung Masaryk-Universität Brünn, in Anschluss an Kelsen Begründung einer Brünner Schule des normativen Rechts, 1923/24 Rektor, 1919 Em., von 1945-48 in Brünn, gest. 1951in Brünn; vgl. A. Merkl, Nachruf auf Frantisek Weyr, ZöR NF 5 (1952), 5-14; M. Vecera, Frantisek Weyr, Brunn 2001 m.w.N.». Altra scheda.
Wilamowitz-Moellendorf, Ulrich. - Professore di Carl Schmitt, a Berlino nel 1907.
Wilhelmstrasse-Prozezz: è l’undicesimo dei processi secondari di Norimberga, dove si tentò di coinvolgere Carl Schmitt tenuto sotto pressione (nella “casa dei testimoni”) da Robert Kempner a Norimberga con tre interrogatori dell’aprile 1947 per indizio di reato di partecipazione a crimini di guerra. Il processo trae il suo nome dalla strada in cui a Berlino aveva sede il ministero degli esteri. Si svolse dal 15 novembre 1947 (deposito dell’accusa) all’11 aprile 1949 (emissione della sentenza). Il rocesso iniziò le sue udienze il 6 gennaio 1948 e del tutto erroneamente si legge nel volume del 1969 Das dritte Reich im Kreuzverhör che Kemper avrebbe in questo processo interrogato Carl Schmitt: i tre interrogatori si erano svolti l’anno prima. Per altri dettagli (nomi, date, condanne) su processo ai ministri si veda Wikipedia o altri numerosi repertori. In conclusione, il secondo arresto di Carl Schmitt e la detenzione per un mese nella “casa dei testimoni” di Norimberga ha come sua più verosimile spiegazione il tentativo di Kempner di avere Schmitt come testimone dell'accusa di un processo che doveva ancora iniziare ed era in gestazione nella mente dei suoi ideatori. In fondo, una sofferenza per Schmitt durata tre anni (dal 1945 al 1947) ha una spiegazione semplice: il livore, il risentimento, l’odio verso di lui da parte dell’emigrato Karl Loewenstein, che lo voleva far diventare “criminale di guerra”; il tentativo di Robert Kempner di trasformare Carl Schmitt in un delatore in un nuovo processo. I conti tornano. La giustizia e l'onore non ne guadagnano. Naturalmente, è sempre utile ed istruttivo, documentare ogni possibile dettaglio e dare ulteriore prova e conferma di quelle che possono apparire congetture.
Wilamowitz-Moellendorf, Ulrich. - Professore di Carl Schmitt, a Berlino nel 1907.
Wilhelmstrasse-Prozess |
Top.
Dizionario schmittiano - Lettera V
Dizionario schmittiano - Lettera U
Dizionario schmittiano - Lettera T
vers. 1.2/8.12.16
⇐ || ⇒ Ta - Te - Th - Ti - To - Tr - Ts - Tu - Ty.
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⇐ || ⇒ Ta - Te - Th - Ti - To - Tr - Ts - Tu - Ty.
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Taylor, Telford. È stato il capo della pubblica accusa americana nei vari processi di Norimberga. Robert W. Kempner era uno dei suoi quattro rappresentanti.
Terra. – Schmitt ne parla diffusamente nel Nomos della Terra: «La terra è detta nel linguaggio mitico la madre del diritto. Ciò allude a una triplice radice dei concetti di diritto e di giustizia. In primo luogo la terra fertile serba dentro di sé, nel proprio grembo fecondo, una misura interna. Infatti la fatica e il lavoro, la semina e la coltivazione che l’uomo dedica alla terra fertile vengono ricompensati con giustizia dalla terra mediante la crescita e il raccolto. Ogni contadino conosce l’intima proporzione di questa giustizia. In secondo luogo il terreno dissodato e coltivato dall’uomo mostra delle linee nette nelle quali si rendono evidenti determinate suddivisioni. Queste linee sono tracciate e scavate attraverso le delimitazioni dei campi, dei prati e dei boschi. Nella varietà dei campi e dei terreni, nella rotazione delle colture e nei terreni a maggese, esse sono addirittura impiantate e seminate. E in queste linee che si riconoscono le misure e le regole della coltivazione, in base alle quali si svolge il lavoro dell’uomo sulla terra. In terzo luogo, infine, la terra reca sul proprio saldo suolo recinzioni e delimitazioni, pietre di confine, mura, case e altri edifici. Qui divengono palesi gli ordinamenti e le localizzazioni della convivenza umana. Famiglia, stirpe, ceppo e ceto, tipi di proprietà e di vicinato, ma anche forme di potere e di dominio, si fanno qui pubblicamente visibili. Così la terra risulta legata al diritto in un triplice modo. Essa lo serba dentro di sé, come ricompensa del lavoro; lo mostra in sé, come confine netto; infine lo reca su di sé, quale contrassegno pubblico dell’ordinamento. Il diritto è terraneo e riferito alla terra. E quanto intende il poeta quando, parlando della terra universalmente giusta, la definisce justissima tellus» (nt 19-20). || In Terra e Mare Schmitt descrive un altro rapporto dell’uomo con la terra: «L’uomo è un essere terrestre, un essere che calca la terra. Egli sta, cammina e si muove sulla solida terra. Questa è la sua collocazione e il suolo su cui poggia, e ciò determina il suo punto di vista, le sue impressioni e il suo modo di vedere il mondo. Dalla terra su cui nasce e si muove trae non solo il suo orizzonte, ma anche il modo di camminare e di muoversi e l’aspetto» (Tm, inizio),
Terra. – Schmitt ne parla diffusamente nel Nomos della Terra: «La terra è detta nel linguaggio mitico la madre del diritto. Ciò allude a una triplice radice dei concetti di diritto e di giustizia. In primo luogo la terra fertile serba dentro di sé, nel proprio grembo fecondo, una misura interna. Infatti la fatica e il lavoro, la semina e la coltivazione che l’uomo dedica alla terra fertile vengono ricompensati con giustizia dalla terra mediante la crescita e il raccolto. Ogni contadino conosce l’intima proporzione di questa giustizia. In secondo luogo il terreno dissodato e coltivato dall’uomo mostra delle linee nette nelle quali si rendono evidenti determinate suddivisioni. Queste linee sono tracciate e scavate attraverso le delimitazioni dei campi, dei prati e dei boschi. Nella varietà dei campi e dei terreni, nella rotazione delle colture e nei terreni a maggese, esse sono addirittura impiantate e seminate. E in queste linee che si riconoscono le misure e le regole della coltivazione, in base alle quali si svolge il lavoro dell’uomo sulla terra. In terzo luogo, infine, la terra reca sul proprio saldo suolo recinzioni e delimitazioni, pietre di confine, mura, case e altri edifici. Qui divengono palesi gli ordinamenti e le localizzazioni della convivenza umana. Famiglia, stirpe, ceppo e ceto, tipi di proprietà e di vicinato, ma anche forme di potere e di dominio, si fanno qui pubblicamente visibili. Così la terra risulta legata al diritto in un triplice modo. Essa lo serba dentro di sé, come ricompensa del lavoro; lo mostra in sé, come confine netto; infine lo reca su di sé, quale contrassegno pubblico dell’ordinamento. Il diritto è terraneo e riferito alla terra. E quanto intende il poeta quando, parlando della terra universalmente giusta, la definisce justissima tellus» (nt 19-20). || In Terra e Mare Schmitt descrive un altro rapporto dell’uomo con la terra: «L’uomo è un essere terrestre, un essere che calca la terra. Egli sta, cammina e si muove sulla solida terra. Questa è la sua collocazione e il suolo su cui poggia, e ciò determina il suo punto di vista, le sue impressioni e il suo modo di vedere il mondo. Dalla terra su cui nasce e si muove trae non solo il suo orizzonte, ma anche il modo di camminare e di muoversi e l’aspetto» (Tm, inizio),
Dizionario schmittiano - Lettera S
vers. 1.4 / 20.2.18
⇐ || ⇒ Sa - Sc - Se - Sh - Si - Sk - So - Sp - St - Su - Sw - Sy - Sz.
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Analitico - Bottom -
Savigny, Friedrich Carl von. - Nato a Francoforte sul Meno il 21 febbario 1779, muore a Berlino il 25 ottobre 1861. È stato un giurista, filosofo e politico tedesco, fondatore della scuola storica del diritto e precursore della pandettistica. Schmitt indica come suo legittimo erede Bachofen. Dal 1842 al 1848 Savigny nominato da Federico Guglielmo IV ninistro per la riforma legislativa del governo prussiano. Di questi suo periodo Schmitt parla in Pb, esprimendosi in questi termini ed accomunando la posizione di Savigny a quella di altre personaggi del tempo: «Le figure sventurate del ministro della legislazione Savigny e del vecchio Schelling chiamato a Berlino per il superamento dell’hegelismo appartengono tanto tipicamente a quest’epoca quanto la figura disgraziata di uno Stahl-Jolson. Che caduta!» (p. 487).
⇐ || ⇒ Sa - Sc - Se - Sh - Si - Sk - So - Sp - St - Su - Sw - Sy - Sz.
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Analitico - Bottom -
Friedrich Carl von Savigny |
Schmitt, Anima. - Fu l’unica figlia di Carl Schmitt, andata in sposa nel 1957 ad Alfonso Otero Varela, nel 1957, con nozze celebrate in Heidelberg. Otero era stato assistente di Alvaro d’Ors e conobbe Anima durante una visita fatta a Carl Schmitt in compagnia di Alvaro.
Schmitt, Auguste. - Sorella di Carl, nata nel 1891, morta nel 1992. Sono state pubblicate le lettere giovanile che Schmitt le scriveva dal 1905 al 1913.
Schmitt, Auguste. - Sorella di Carl, nata nel 1891, morta nel 1992. Sono state pubblicate le lettere giovanile che Schmitt le scriveva dal 1905 al 1913.
Schmitt, Johann: nome del padre di Schmitt. Un fervente cattolico per tutta la vita, aderente al particolo cattolico di Centro (Bry, 31).
Schmitz, Wilhelm. - Nel 1951 Carl Schmitt versava in ristrettezze economiche e la Caritas della Parrocchia di Plettenberg aveva aperto un conto corrente a favore di Carl Schmitt ed al quale contribuirono le persone che appaiono nell’estratto conto. Fra queste il Dr. Wilhelm Schmitz, che supponiamo essere stato lo stesso amico di Günther Krauss che abbiamo conosciuto in Köln negli anni Ottanta della scorso secolo. Il documento è pubblicato alla pagina 533 del Briefwechsel fra Carl Schmitt e Ernst Forstoff, contenente 359 lettere che i due si scambiarono fra gli anni 1926 e il 1974. Da Berlino, dove dal 1945 al 1947 fu in un campo di prigionia americano, Schmitt si era ritirato nel 1947 a vivere nella nativa Plettenberg, dove rimase fino alla morte avvenuta il 7 aprile 1985. Fra gli altri nome dell’Estratto conto figurano Heinrich Gremmels, Arnold Schmitz, Ernst Forthoff, Erwin von Beckerath, Prof. Stödter, Helmut Schelsky, Dr. Daniels, werner Haustein, Hans Ipsen, Joseph Lortz, Erich Becker. L’essersi esposti ed impegnati in questo modo testimonia un profondo vincolo di amicizia in grado di resistere alle intemperie ideologiche del dopoguerra.
Schwinge, Erich. - Nato nel 1903, morto nel 1994. A lui Schmitt si riferisce in una pagina del glossario, alla data 30.10.47, in questi termini: «Com’è che tutti questi detrattori esagitati, come Radbruch e Schwinge, non comprendono che dal punto di vista spirituale il loro sdegno nei miei confronti è identico alla collera di Hitler contro l’arte degenerata? Ma Bruder Straubinger [Hitler] era troppo ignorante per accorgersi di me. Perciò ho potuto e dovuto occuparmi di lui».
Schwinge, Erich. - Nato nel 1903, morto nel 1994. A lui Schmitt si riferisce in una pagina del glossario, alla data 30.10.47, in questi termini: «Com’è che tutti questi detrattori esagitati, come Radbruch e Schwinge, non comprendono che dal punto di vista spirituale il loro sdegno nei miei confronti è identico alla collera di Hitler contro l’arte degenerata? Ma Bruder Straubinger [Hitler] era troppo ignorante per accorgersi di me. Perciò ho potuto e dovuto occuparmi di lui».
Sombart, Werner. – Amico di Schmitt, economista e sociologo, nato il 19 gennaio 1863, morto il 18 maggio 1941. Padre di Nicolaus. Studiò nelle università di Pisa, Berlino e Roma. Nel 1888, anno in cui nasceva Schmitt, prese il dottorato a Berlino sotto la direzione di Gustav von Schmoller, il più eminente economista tedesco dell’epoca. A detta di Engels egli era l’unico professore tedesco che comprendesse il Capitale. La sua opera maggiore, Il capitalismo moderno, apparve in sei volumi nel 1902. Nel 1917 Werner Sombart diventa professore a Berlino, la sede universitaria più prestigiosa della Germania e la occupa fino al 1931, ma continua ad insegnarvi fino al 1940, anno della sua morte. In questo periodo Sombart godeva di un prestigio maggiore di quello di Weber, situazione che poi in seguito si rovesciò. Per Sombart la sociologia doveva essere considerata parte delle scienze dello spirito, cioè dell’ambito umanistico, a fronte della scientificizzazione che era il modello seguito da Weber nella tradizione di Comte e Durkheim. Anche per Sombart si pone il discrimine della sua posizione davanti al nazismo ed il suo essere o non essere stato antisemita. Taluni lo considerano filosemita anzi anti. Links. 1. LHL; -
Steinlein, Louise: nome della madre di Schmitt (Bk, 31).
Stenografia: sono scritti in forma stenografia i diari di Carl Schmitt. La loro decifrazione non è agevole. Già in una lettera del 1905 di Carl alla sorella Auguste (1.10.05) vi si legge circa lo studio della stenografia insieme a quello del violino.
Strasburgo: è la città in cui Carl Schmitt si laureò nel 1910. Era ancora una città tedesca.
Steinlein, Louise: nome della madre di Schmitt (Bk, 31).
Stenografia: sono scritti in forma stenografia i diari di Carl Schmitt. La loro decifrazione non è agevole. Già in una lettera del 1905 di Carl alla sorella Auguste (1.10.05) vi si legge circa lo studio della stenografia insieme a quello del violino.
Strasburgo: è la città in cui Carl Schmitt si laureò nel 1910. Era ancora una città tedesca.
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Dizionario schmittiano - Lettera R
vers. 1.4/20.2.18 - Bottom.
⇐ || ⇒ Ra - Re - Rh - Ri - Ro - Ru.
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Analitico.it -
Radbruch, Gustav. - Nato a Lubecca il 21 novembre 1878, morto ad Heidelberg il 23 novembre 1949. A lui Schmitt si riferisce in una pagina del glossario, alla data 30.10.47, in questi termini: «Com’è che tutti questi detrattori esagitati, come Radbruch e Schwinge, non comprendono che dal punto di vista spirituale il loro sdegno nei miei confronti è identico alla collera di Hitler contro l’arte degenerata? Ma Bruder Straubinger [Hitler] era troppo ignorante per accorgersi di me. Perciò ho potuto e dovuto occuparmi di lui». Ed ancora in data 23,4.48 in un contesto avviato da Schultes: «O è solo un’anima candida che depone anch’essa il suo pezzettino di legno sul rogo su cui vengo bruciato, dopo che Radbruch, Röpke, Böhm e altri hanno già fatto la loro parte? O sancta simplicitas! Homo homini Radbruch!» Ed ancora in data 17.6.48: «Al dr. Wilhelm Schmitz, che mi ha inviato il saggio di K. Schultes, richiamando la mia attenzione su G. Radbruch, il quale, sulla Süddeutsche Juristenzeitung dell’aprile 1948, commenta questo scritto in termini elogiativi: perfino moscerini velenosi come Schultes hanno un loro senso o almeno una loro funzione. In Radbruch si sommano molti fattori, non ultimo un sentimento antiromano che rumoreggia anche se ancora inconsapevolmente nei meandri del suo animo. È inevitabile che un tardo socialdemocratico, un abitante dello Holstein ormai inetto, consideri misteriosa, cioè a lui inaccessibile, la libertà serena e spensierata di un uomo di razza cattolica, e cerchi di mitizzarla come una mostruosità machiavellica. Lo trovo commovente. Il suo conterraneo Ferdinand Tonnies, un socialdemocratico di vecchio stampo, è di tutt' altra levatura.» Wilhelm Schmitz era un amico di Günther Krauss che incontravo insieme ogni volta che facevo loro visita in Köln negli anni Ottanta del secolo scorso. Ed ancora in data 20.6.48 così prosegue la polemica con Radbruch: «Oggi, i possessori di licenza del 1945 nei panni degli eroi della libertà di parola! Radbruch come maquis. La grandezza della Germania contemporanea; parlate dei vecchi colleghi ridotti al silenzio». Ed ancora, in data 1.9.48, toccando il tema del diritto naturale, caro a Radbruch: «“Diritto naturale” è un’espressione anacronistica e fuorviante nell’epoca delle scienze naturali e del dominio dei loro risultati concreti. In seguito allo sviluppo di legalità e legittimità il dIrltto trova rifugio solo nella giurisprudenza, non più nella legge. Ci può essere diritto solo se la giurisprudenza lo riconosce, lo accoglie in sé e lo fa germogliare. Ma, come è avvenuto anche in altri secoli altrettanto caotici, la giurisprudenza segue la sua strada e trova i suoi sostenitori. È questo il grande processo di selezione oggi in atto. Per fortuna non ci ostacola più il riguardo per uomini del genere di Radbruch». Più duro, in data 12.7.49, dove Radbruch è accomunato in uno stesso giudizio con Jaspers: «Nella Germania liberata del 1945, Radbruch e Jaspers erano le pin-up delle scienze dello spirito, e andavano molto fieri del loro success. Oggi accolgono con sdegno, come frutto della rinazificazione della Germania, il fatto di essere diventati noiosi e di essere accantonati. Prima che siano d’accordo di farsi staccare dai muri, come i manifesti delle pin-up, devono piuttosto essere appesi al muro ancora alcuni Tedeschi. decisi a ogni denuncia, dichiarano di voler combattere fino all’ultimo. Lo faranno certamente. Comunque non perderanno oggi la loro pensione, come non la perdettero nel 1933. Avanti, dunque! Procediamo nella lotta per la libertà e per i diritti umani.» E non si placa Schmitt in data, 8.8.50, ad un anno dalla morte di Radbruch: «Homo homini Radbruch. “We don’t kill them, we drive them to suicide”. Ecco la formula per l’uccisione rituale secondo il rito rigorosamente umanitario. Non si uccide l’altro, lo si spinge al suicidio, tout doucement».
Rosenbaum Eduard. - Nato nel 1887, morto nel 1979: genealogia, coetaneo e amico di Carl Schmitt, dalla nota 137 di pagina 22 dei “Tagebücher 1930 bis 1934” e dalle pag. 404-405 dei Tagebücher 1912-15 si ricavano queste ed altre notizie: «Eduard Rosenbaum (1887-1979), mit Schmitt seit Studentenzeiten befreundet, Sachverstäniger in der Friedensdelegation in Versailles, Direktor der Commerzbibliothek Hamburg, Syndikus der Handelskammer, 1933 entlassen, 1934 Emigration nach London, 1935-1952 Bibliothek der London School of Economics, Übersetzer von John Maynard Keynes». || Si erano conosciuti a Monaco di Baviera. Scrive Hüsmert: «Rosenbaum studierte Rechts- und Staatswissenschaften in München, Berlin, Stuttgart, Kiel und Bern und promovierte 1911 in Kiel» (Jugendbriefe, p. 19). || In Glossarium, 21.9.47: «…Nel 1926 E. Rosenbaum me lo segnalò; nel frattempo anche anche Rosenbaum è ricomparso, non mi dà tregua, è pieno di odio e di ressentiment, ma ciò non importa. “I do not know that I did well, but I did honestly” (Grey)».
Rosenberg, Alfred. - Nato a Tallin il 12 gennaio 1893, e impiccato a Norimberga il 16 ottobre 1946. Di lui Wikipedia recita: «è stato un politico e filosofo tedesco, membro del partito nazionalsocialista e uno dei massimi esponenti della sua ideologia, oltre che uno dei principali imputati del processo di Norimberga, in cui è stato condannato per crimini contro l’umanità e crimini di guerra» (Fonte). A noi qui interessa per un Documento proveniente dal suo Ufficio, dove era analizzata la produzione scientifica di Carl Schmitt, per poi dedurne la sua incompatibilità con l’ideologia nazionalsocialista. Il Documento reca la data del gennaio 1937 ed è di poco successivo ad una serie di attacchi contro Carl Schmitt da parte dell’organo delle SS, “Das Schwarz Korps”. Non è noto il nome dell’effettivo estensore del Documento.
⇐ || ⇒ Ra - Re - Rh - Ri - Ro - Ru.
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Analitico.it -
Gustav Radbruch: Wit. |
Eduard Rosenbaum. |
Alfred Rosenberg |
Top.
Dizionario schmittiano - Lettera Q
Dizionario schmittiano - Lettera P
vers. 1.1/8.12.16
⇐ || ⇒ Pa - Pe - Pf - Ph - Pi - Pl - Po - Pr - Pu - Py.
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Analitico -
Progresso. - Al riguardo, sul progresso e infiniti dibattiti sul tema, così si esprime Schmitt: «L’idea di progresso, ad esempio, cioè l’idea di un miglioramento e di un perfezionamento, ovvero, detto in termini moderni, l'idea di una razionalizzazione, divenne dominante nel XVIII secolo, e precisamente in un’epoca di fede morale umanitaria. Progresso significava quindi soprattutto progresso nell’illuminismo, progresso nella formazione, nell'autocontrollo e nell'educazione, nel perfezionamento morale. In un’epoca di pensiero economico o tecnico il progresso viene pensato tacitamente e ovviamente come progresso economico e tecnico, mentre il progresso morale-umanitario appare, per quel che ancora può interessare, come un prodotto secondario del progresso economico», brano citato in Imperium, pag. 58, nt 11, che riprende la mia traduzione di Posizioni e concetti, p. 205. In Imperium, ossia l’Intervista concessa a Klaus Figge e Dieter groh nel 1971, così prosegue Schmitt: «Non m’è possibile farmi neanche minimamente impressionare da cose come lo sbarco sulla luna e simili. Ne prendo atto e cerco d’immaginarmi di che si tratta. Però quest’idea americana - questa idea di progresso! Sono stato tuttavia il primo (di questo sì che posso vantarmi) ad osservare che il concetto di progresso ha un’infinita varietà di significati diversi, giacché il suo significato cambia a seconda che lo s’intenda riferito all’ambito morale, tecnologico, culturale ecc. “Progresso” non è affatto un concetto univoco. Che vuol mai dire “progresso”? Orbene, per me non è mai esistito un concetto universale di “progresso”. Capire questo non m’è costata molta fatica, ma non perché provassi avversione nei confronti di materie tecniche, scienze tecnologiche o scienze della natura. Trovavo tutto questo molto interessante, ma che cosa avesse a che fare col progresso, ancora oggi non lo capisco. Forse ciò si spiega col fatto che in ambito tecnologico siamo ancora dei bambini. Forse ad alcune delle nuove generazioni di giovani tutto questo non fa neanche più impressione; un premio Nobel non è per loro un uomo di tipo superiore, una nuova razza che dovrebbe essere adesso prodotta artificialmente, se mai arrivassimo così avanti. Come detto, questa zelante compagnia di premi Nobel non mi ha mai impressionato - malgrado tutta la simpatia che personalmente posso anche provare per questi uomini. Una volta ho avuto una bella conversazione con Heinsenberg [nell’illustrazione] sulla questione dello spazio vuoto, cioè su che cosa esso sia propriamente. È una persona estremamente colta. A quanto ne so, è un premio Nobel, no? E quando poi sono venuto a sentire che si trattava di un premio Nobel, mica mi sono inventato di provare qualche reazione, neanche polemiche. Nient’affatto. Mi piacerebbe sapere da donde tragga origine questa mia singolare - e forse per niente lodevole - immunità all’idea di progresso. Non è mica un atteggiamento reazionario! Non lo ritengo neanche un regresso o qualcosa di diabolico. Mi sorprendo solo che per esempio certi uomini possano credere di essere più sviluppati dei cinesi perché hanno inventato la polvere da sparo a fini bellici, e non, come gli antichi cinesi, per allegri fuochi d’artificio. Io non credo all’intelligenza tecnica. Sarà una mia defi ... una mia mancanza, se volete, lo confesso. lo uso il progresso tecnologico nella misura in cui è buono, non sono pazzo. Ma non mi lascio impressionare al punto di considerarlo, per così dire, come la base o il presupposto o il motore per uno sviluppo verso qualcosa di superiore» (ivi, p. 52-53).
⇐ || ⇒ Pa - Pe - Pf - Ph - Pi - Pl - Po - Pr - Pu - Py.
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Analitico -
Premio Nobel 1932 |
Dizionario schmittiano - Lettera O
Dizionario schmittiano - Lettera N
vers. 1.2-8.12.16 / Bottom.
⇐ || ⇒ Na - Ne - Ni - No - Nu - Ny.
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⇐ || ⇒ Na - Ne - Ni - No - Nu - Ny.
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Analitico -
Niekisch, Ernst. - È citato da Quaritsch (p. 9) a proposito di una lettura interpretativa del periodo di detenzione trascorso da Schmitt nei campi di internamento americani: «Ernst Niekisch ha diffuso la leggenda secondo cui Schmitt, “nonostante la mite detenzione subita dagli americani, si sarebbe compianto in Ex captivitate salus come un Giobbe meritevole di compassione”... Riportare opinioni inesatte senza leggere direttamente i testi è da sempre una cattiva abitudine della letteratura critica di serie B».
Norimberga: al nome della città di Norimberga è associato l'omonimo Tribunale, il cui scopo era quello di punire tre grandi crimini commessi dai vinti: 1°) guerra di aggressione; 2°) crimini di guerra; 3°) crimini contro l’umanità. Si distingue un processo principale, durato dal 20 novembre 1945 al 1° ottobre 1946; ed una serie di dodici processi secondari, che cominciarono il 9 novemre 1946 e si conclusero il 13 aprile 1949: 1) il processo ai dottori; 2) il processo Milch; 3) il processo ai giudici; 4) il processo Pohl; 5) il processo Flick; 6) il processo all’IG Farben; 7) il processo agli ostaggi; 8) il processo all’RSHA; 9) il processo agli Einsatzgruppen; 10) il processo Krupp; 11) il processo ai ministri, detto anche “processo Wilhelmstrasse”, Wilhelmstrasse-Prozeß, dal nome della strada dove era ubicato a Berlino il ministero degli esteri. Questo processo nel quale Kempner tentava di convolgere Schmitt tenuto sotto pressione con gli interrogatori dell’aprile 1947, durò dal 15 novembre 1947 (deposito dell’accusa) al 13 aprile 1949 (emissione delle sentenze); 12) il processo all’alto comando. Carl Schmitt fu arrestato per una seconda volta il 19 marzo 1947 nella sua abitazione di Berlino, interrogato a Berlino da Ossip Flechtheim, e quindi condotto il 29 marzo 1947 nel penintenziario di Norimberga, sede del Tribunale Militare Internazionale. Subì quindi durante il mese di aprile 1947 tre interrogatori da parte di Robert Kempner, che probabilmente faceva pressioni intimidatori per trasformare Carl Schmitt da indiziato di reato per crimini di guerra in testimone di accusa in uno dei processi secondari. Schmitt era già stato arrestato un prima volta per una accusa di Karl Lowenstein, ma dopo dodici mesi di detenzione in tre diversi luoghi in Berlino dovette essere rilasciato per infondatezza dell'accusa a lui mossa da Lowenstein. Fu poi arrestato una seconda volta e venne mandato nel penitenziario di Normberga dove rimase un mese, nell’aprile 1947, per essere sottoposto a tre interrogatori. Fu nuovamente rilasciato, per inconsistenza di ogni accusa, e non ebbe più infortuni giudiziari per il resto della sua vita che trascorse in una sorta di esilio nella nativa Plettenberg, dove la morte lo raggiunge nel 1985.
• Normativa: La Carta di Londra dell’8 agosto 1945 valeva solo per il processo del Tribunale Militare di Norimberga contro i «principali criminali di guerra». Mentre invecei dodici processi successivi si svolsero, dal punto di vista del diritto sostanziale, sulla base della legge n. 10 del 20.12.1945 del Consiglio di Controllo. La legge sull’ordinamento giudiziario si fondava sull’ordinanza n. 7 del 18.10.1946 del governo militare, integrata dall’ordinanza n. 11 del 17.2.1947.
• Casa dei testimoni. - Era il luogo in cui fu detenuto Schmitt durante i suoi tre interrogatori del 3, 21 e 29 aprile, 1947. Si trovava in Müggenhofer Strasse, 2a.
Processo di Norimberga |
• Normativa: La Carta di Londra dell’8 agosto 1945 valeva solo per il processo del Tribunale Militare di Norimberga contro i «principali criminali di guerra». Mentre invecei dodici processi successivi si svolsero, dal punto di vista del diritto sostanziale, sulla base della legge n. 10 del 20.12.1945 del Consiglio di Controllo. La legge sull’ordinamento giudiziario si fondava sull’ordinanza n. 7 del 18.10.1946 del governo militare, integrata dall’ordinanza n. 11 del 17.2.1947.
• Casa dei testimoni. - Era il luogo in cui fu detenuto Schmitt durante i suoi tre interrogatori del 3, 21 e 29 aprile, 1947. Si trovava in Müggenhofer Strasse, 2a.
Top.
Dizionario schmittiano - Lettera M
vers. 1.1 / 23.12.16
⇐ || ⇒ Ma - Me - Mi - Mo - Mu - My.
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Analitico -
Mackinder, John Halford. Nato in Inghilterra, a Gainsborough, il 15 febbraio 1865, e morto a Bourmemouth il 6 marzo 1947. Schmitt ne parla come un geografo nella Prefazione del Nomos. A lui di dover rendere un “grande ringraziamento”, ma poi aggiunge: «Ciò non ostante, il lavoro del pensiero giuridico rimane qualcosa di diverso dalla geografia. I giuristi non hanno appreso la loro conoscenza di cose e di territori, di realtà e di territorialità, dai geografi. Il concetto di occupazione di mare è stato coniato da un giurista, e non da un geopolitico» (p. 14).
Michelet, Jules. - Nato a Parigi il 21 agosto 1798, morto a Hyères il 9 febbraio 1874. Studioso attento delle fonti archivistiche, si deve a lui una Storia di Francia in 19 volumi, redatta dal 1833 al 1867, e una Storia della Rivoluzione Francese in 7 voluni, redatta fra il 1847 e il 1853. Di lui Schmitt dice in Nt, 14 che fu “geniale” e che a lui si devono “numerosi suggerimenti” a Bachofen.
Mare. - Schmitt ne tratta specialmente in Il Nomos della Terra e in Terra e mare. Il “mare libero” è uno degli oggetti principali del discorso svolto nel Nomos della terra. Il mare è opposto alla terra, sulla quale l’uomo risiede e che è oggetto del suo lavoro e dalla quale si originano le nozioni di diritto e di giustizia. «Il mare invece non conosce un’unità così evidente di spazio e diritto, di ordinamento e localizzazione. È vero che anche le ricchezze del mare, pesci, perle e altro, vengono ricavate dall’uomo con un duro lavoro, ma non - come accade per i frutti della terra - secondo un’intima proporzione di semina e raccolto. Nel mare non è possibile seminare e neanche scavare linee nette. Le navi che solcano il mare non lasciano dietro di sé alcuna traccia. “Sulle onde tutto è onda” . Il mare non ha carattere, nel significato originario del termine, che deriva dal greco charassein, scavare, incidere, imprimere. Il mare è libero. Questo significa, secondo il recente diritto internazionale, che il mare non costituisce un territorio statale e che esso deve restare aperto a tutti in modo eguale per tre ambiti tra loro molto diversi dell’attività umana, e cioè la pesca, la navigazione pacifica e la belligeranza. CosÌ almeno si legge nei manuali di diritto internazionale» (Nt 20).
⇐ || ⇒ Ma - Me - Mi - Mo - Mu - My.
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Analitico -
John Halford Mackinder |
Jules Michelet |
Mare. - Schmitt ne tratta specialmente in Il Nomos della Terra e in Terra e mare. Il “mare libero” è uno degli oggetti principali del discorso svolto nel Nomos della terra. Il mare è opposto alla terra, sulla quale l’uomo risiede e che è oggetto del suo lavoro e dalla quale si originano le nozioni di diritto e di giustizia. «Il mare invece non conosce un’unità così evidente di spazio e diritto, di ordinamento e localizzazione. È vero che anche le ricchezze del mare, pesci, perle e altro, vengono ricavate dall’uomo con un duro lavoro, ma non - come accade per i frutti della terra - secondo un’intima proporzione di semina e raccolto. Nel mare non è possibile seminare e neanche scavare linee nette. Le navi che solcano il mare non lasciano dietro di sé alcuna traccia. “Sulle onde tutto è onda” . Il mare non ha carattere, nel significato originario del termine, che deriva dal greco charassein, scavare, incidere, imprimere. Il mare è libero. Questo significa, secondo il recente diritto internazionale, che il mare non costituisce un territorio statale e che esso deve restare aperto a tutti in modo eguale per tre ambiti tra loro molto diversi dell’attività umana, e cioè la pesca, la navigazione pacifica e la belligeranza. CosÌ almeno si legge nei manuali di diritto internazionale» (Nt 20).
Murray Kathleen: donna di cui Carl Schmitt si invaghisce nella seconda metà del 1921. Nacque il 16 gennaio 1895 a Sidney in Australia da genitori irlandesi. Studiò filologia moderna, terminando gli studi nel 1914 e insegnare poi in vari ginnasi australiani. Ebbe una borsa di studio per l’Europa nel 1919. Dopo una permanenza in Parigi, si ritrovò a Bonn nel semestre invernale 1919/20. Per due semestri studiò all’università di Strasburgo, ormai divenuta città francese. Svolse il suo dottorato a Marburgo nel semestre invernale 1921/22. In questo contesto di studio con vari passaggi e traversie avvenne la conoscenza con Schmitt. Kathleen frequentava ambienti cattolici.
Dizionario schmittiano - Lettera L
vers. 1.3 / 8.12.16 / Bottom.
⇐ || ⇒ La - Le - Li - Lo - Lu - Ly.
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Analitico -
Lammers, Hans Heinrich (1879-1962: a Norimberga, da Kempner, su Lammers viene chiesto a Schmitt di pronunciarsi, di un parere sulla maggiore importanza come capo della Cancelleria del Reich rispetto alla carica di un qualsiasi altro ministro del Reich. Lammers si laureò nel 1904, fu ricercatore universitario, dopo l’esame di Stato nel 1907 optò per la professione di giudice abbandonando la carriera universitaria. Durante la prima guerra mondiale fu ufficiale al fronte. Nel 1917 perse un occhio; dopo la guerra lavorò al ministero degli interni nei processi tra il Reich e i Länder davanti alla corte suprema del Reich. Elementi fondamentali della sua attività scientifica e saggistica furono, oltre alle sue interpretazioni della costituzione del Reich e della costituzione prussiana, i commenti alla legge sulla Corte Costituzionale del 1921, che egli aveva presentato come relatore nel ministero, e il repertorio delle sentenze della Corte Costituzionale e della Corte Suprema del Reich, di cui curò la pubblicazione insieme con Walter Simons, il presidente della Corte Suprema (Lammers-Simons). Oltre che studioso, Lammers fu impegnato sul piano politico come membro della Deutschnationale Volkspartei e dello Stahlhelm; nel 1932 passò alla Nsdap. Già il 30 gennaio del 1933 Hitler, su proposta di Frick, lo nominò Segretario di Stato nella Cancelleria del Reich, «perché desiderava per questo posto non un consigliere politico, ma un funzionario di ministero altamente qualificato» (D. Rebentisch). Il 26 novembre del 1937 fu nominato ministro per facilitare, con l’equiparazione ai ministri del reich, il suo compito di coordinamento. Durante la guerra la sua influenza sui procedimenti diminuì; «dalla fine di settembre del 1944 non ebbe più la precedenza per discutere con il Führer gli affari di Stato» (D. Rebentisch). Detenuto dagli americani dall’11 maggio 1945, l’11 aprile 1949 il tribunale militare americano lo condannò nell’ambito del “processo Wilhelmstrasse” a vent’anni di carcere con computazione di quattro anni di custodia cautelare. In occasione della revisione delle pene delle sentenze di Norimberga, l’Alto Commissario McCloLegalitày ridusse la sua pena a dieci anni e nel dicembre del 1951, dope averne scontati i due terzi, fu rilasciato. La sua attività nella Cancelleria del Reich è analizzata a fondo è analizzata a fondo da Dieter Rebentisch e K. Teppe - (Q112).
Legalità: «Legalità, nel senso dell’effettiva approvabilità e approvazione di quello che fa un regime, significa, nel momento in cui si adegua a tali disposizione, che: i contribuenti continuano a versare denaro, i treni continuano ad andare, la polizia continua a funzionare, l'esercito sa a chi deve obbedire, ecc. La legalità in questo senso è qualcosa di indiscutibile, almeno finché ci si pone da questo punto di vista positivo, positivistico» (Imperium, p. 133).
Lichterfelde-Sud: vi si trovava nel 1945 un campo di internamento, con “trattamenti brutali”, dove fu tenuto prigioniero Carl Schmitt. Ne parla Duska Schmitt. L’esatta ubicazione del campo era Wismarer Strasse, sul canale Teltow. Carl Schmitt vi rimase dal 31 ottobre 1945 fino a tutto l’anno 1945. È poco noto che poco prima, almeno fino alla fine dei combattimenti, il campo di Lichterfelde-Sud era uno dei campi di internamento dei 650.000 soldati italiani, fatti prigionieri dai tedeschi in Italia e fuori d’Italia (Slovenia, Croazia, Albania, Grecia, Isole Egeee Eonie, Provenza, Corsica) dopo l'armistizio firmato da Badoglio l’8 settembre 1943. L’ordine di Hitler del 15 settembre 1943 era: «I soldati italiani che non siano disposti a la lotta afianco dei tedeschi devono essere disarmati e considerati prigionieri di guerra. Chi non è con noi è contro di noi». Essere considerati prigionieri di guerra significava avere le garanzie stabilite dalla convenzione di Ginevra del 1929. Ma già il 20 settembre 1943 Hitler declassò i prigionieri italiani a “internati militari” che non godevano di queste garanzie. Gli ufficiali (stalag) furono separati dai sottoufficiali e dalla truppa (offlag), non necessariamente dislocati in sedi diverse, ma tutti destinati al «lavoro coatto nelle industrie, segnatamente in quelle di produzione bellica ove avevano grandi esigenze di manodopera. La grande maggioranza degli internati fu avviata al lavoro coattivamente, con orari massacranti (10-12 ore giornaliere), in centri industriali, obiettivo primario di bombardamenti aerei alleati, in condizioni di alimentazione e igienico sanitarie di pura sopravvivenza. Il 20 luglio 1944 furono considerati “lavoratori civili”, ma le condizioni rimasero pressoché immutate» (Fonte). || «Solo nella prefazione dell’ediziomne spagnola del 1960 [di Ex
Captivitate] egli [CS] menziona le “condizioni straordinariamente dure
dell’autunno e inverno del 1945-46” e il “rigido divieto di scrivere”
(eccetto lettere mensili ai familiari più stretti) nel campo
d’internamento» (Q9). || Il campo di Lichterfelde Sud era denominato dalla sigla III-D e vi facevano parte anche prigionieri di guerra inglesi, da cui venivano reclutati volontari per comattere a fianco dei tedeschi: vedi Massimiliano Afiero, Britische Freikorps. || In precedenza, da 26 settembre era stato detenuto al Centro Interrogatori di Wannsee. E poi dall’inizio del 1946 fino al 10 ottobre 1946 fu detenuto al Civil Detention Camp di Berlino-Wannsee, sulla Königstrasse, all'angolo con la Endestrasse. || Di Lammers Schmitt cita la tesi di abilitazione: Ludwig Kuhlenbeck. Ein Beitrag im Kampf um ein lebensgesetzliches Recht, Dissertation der Universität Berlin, München-Berlin, 1978, intesa come redatta contro di lui.
Lobberich. - Oggi è una parte della città di Netterfeld, ma nel 1910-11 costituisca un'unità amministrativa a sè, avendo per sede un tribunale dove Carl Schmitt fece la sua pratica. «In Lobberich wohnte Schmitt von August 1910 bis Mai 1911 an der Marktstraße 12, in dessen Erdgeschoss sich damals die Weinstube Bernhard Paßmann befand. In den erhaltenen Briefen und Karten an seine Schwester Auguste in Berlin kommt Lobberich so gut wie nicht vor. Nur einmal heißt es: "Geldern ist nicht größer als Lobberich und noch viel monotoner (...) Ich habe es hier immer noch gut; reise zwischen Lobberich und Gladbach hin und her und lasse mich im Schlamme oben treiben. Ich spiele sehr viel Klavier und bekomme von allen Seiten schöne Noten geliehen. Kurz, es ist nicht viel, an dem es mir gebricht."» (Fonte). Traduzione: «A Lobberich Schmitt abitò dall’agosto 1910 al maggio 1911 in Markstrasse 12, al cui pianterreno si trovava allora la cantina Bernard Paßmann... ecc.. (segue)
Londra. - A Londra l’8 agosto 1945 fu stipulata una Carta per la punizione dei principali criminali di guerra da parte del Tribunale Militare Internazionale di Norimberga. Se ne veda il testo qui, tradotto in italiano, dal Centro di Ateneo per i diritti umani dell’Università degli Studi di Padova. La successiva legge del Consiglio Alleato di Controllo n. 10 del 20 dicembre 1945 viene poi ad allargare la cerchia degli autori e collaboratori dei crimini previsti nella Carta di Londra. La sentenza del 30.9-1.10 1946 del Tribunale Militare Internazionale di Norimberga viene poi a precisare e limitare l’àmbito degli autori di «crimini contro la pace».
LOWENSTEIN, Karl (1891-1973). È sulla base di una sua delazione che Carl Schmitt poté essere arrestato e internato in Norimberga, dal 1945 al 1947, in due distinte fasi. Fu libero docente di diritto pubblico a Monaco nel 1931, emigrò nel 1933. Dal 1936 fu professore ordinario presso l’Amherst College negli Usa. || «Nel novembre del 1945 Loewenstein scrisse un parere per ottenere la condanna di Schmitt come criminale di guerra. Ma questo parere non sortì alcun effetto» (Q. 5). «Sembra che lo stesso Loenstein abbia interrogato Schmitt… È interessante, però, che che Loewenstein non citi mai il nome di Schmitt non citi mai il nome di Schmitt nel corrispondente capitolo dei suoi (non pubblicati) ricordi». || La decisione sull'incriminazione o meno di Schmitt spettava a Robert Kempner, che tuttavia riteneva vani i tentativi di Loewenstein di presentare Schmitt come un criminale di guerra. Loewenstein nel 1945-46 aveva scritto per il governo militare un parere a questo riguardo, ma senza effetto malgrado egli godesse di grande considerazione ed esercitasse notevole influenza. Nell’agosto 1946 Lowenstein ritornò negli Stati Uniti. Nel 1947 in seguito a pressioni da parte tedesca il precedente parere di Lowenstein fu riesumato e Schmitt fu di nuovo interrogato, pur essendo già stato scarcerato ed avendo subito senza titolo dodici mesi di detenzione. Al momento, le fonti a noi note non dicono nulla sulle pressioni da parte tedesca. Risale a Lowenstein la definizione di Schmitt come di un “Papa del diritto”. Il tentativo era quello di ottenere una condanna generalizzata del professori tedeschi attraverso una figura esemplare e rappresentativa che poteva o si voleva individuare in Carl Schmitt. E Loewenstein, un emigrato del 1933, mirava a ottenere questo. Sono più che fondati i sospetti di un suo risentimento che andava alla ricerca di un capro espiatorio, ma Carl Schmitt dopo gli attacchi del 1936 non poteva essere considerato il “Papa” dei giuristi tedeschi. I suoi tentativi di accusare Schmitt addirittura per “crimini di guerra” non riuscirono a sortire effetti perché detti crimini presupponevano fatti e atti concreti che a Schmitt non potevano essere addebitati e caricati.
⇐ || ⇒ La - Le - Li - Lo - Lu - Ly.
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Analitico -
Capo della Cancelleria |
Legalità: «Legalità, nel senso dell’effettiva approvabilità e approvazione di quello che fa un regime, significa, nel momento in cui si adegua a tali disposizione, che: i contribuenti continuano a versare denaro, i treni continuano ad andare, la polizia continua a funzionare, l'esercito sa a chi deve obbedire, ecc. La legalità in questo senso è qualcosa di indiscutibile, almeno finché ci si pone da questo punto di vista positivo, positivistico» (Imperium, p. 133).
Fonte. |
Das Amtsgericht |
Londra. - A Londra l’8 agosto 1945 fu stipulata una Carta per la punizione dei principali criminali di guerra da parte del Tribunale Militare Internazionale di Norimberga. Se ne veda il testo qui, tradotto in italiano, dal Centro di Ateneo per i diritti umani dell’Università degli Studi di Padova. La successiva legge del Consiglio Alleato di Controllo n. 10 del 20 dicembre 1945 viene poi ad allargare la cerchia degli autori e collaboratori dei crimini previsti nella Carta di Londra. La sentenza del 30.9-1.10 1946 del Tribunale Militare Internazionale di Norimberga viene poi a precisare e limitare l’àmbito degli autori di «crimini contro la pace».
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