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⇐ || ⇒ Ra - Re - Rh - Ri - Ro - Ru.
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Radbruch, Gustav. - Nato a Lubecca il 21 novembre 1878, morto ad Heidelberg il 23 novembre 1949. A lui Schmitt si riferisce in una pagina del glossario, alla data 30.10.47, in questi termini: «Com’è che tutti questi detrattori esagitati, come Radbruch e Schwinge, non comprendono che dal punto di vista spirituale il loro sdegno nei miei confronti è identico alla collera di Hitler contro l’arte degenerata? Ma Bruder Straubinger [Hitler] era troppo ignorante per accorgersi di me. Perciò ho potuto e dovuto occuparmi di lui». Ed ancora in data 23,4.48 in un contesto avviato da Schultes: «O è solo un’anima candida che depone anch’essa il suo pezzettino di legno sul rogo su cui vengo bruciato, dopo che Radbruch, Röpke, Böhm e altri hanno già fatto la loro parte? O sancta simplicitas! Homo homini Radbruch!» Ed ancora in data 17.6.48: «Al dr. Wilhelm Schmitz, che mi ha inviato il saggio di K. Schultes, richiamando la mia attenzione su G. Radbruch, il quale, sulla
Süddeutsche Juristenzeitung dell’aprile 1948, commenta questo scritto in termini elogiativi: perfino moscerini velenosi come Schultes hanno un loro senso o almeno una loro funzione. In Radbruch si sommano molti fattori, non ultimo un sentimento antiromano che rumoreggia anche se ancora inconsapevolmente nei meandri del suo animo. È inevitabile che un tardo socialdemocratico, un abitante dello Holstein ormai inetto, consideri misteriosa, cioè a lui inaccessibile, la libertà serena e spensierata di un uomo di razza cattolica, e cerchi di mitizzarla come una mostruosità machiavellica. Lo trovo commovente. Il suo conterraneo Ferdinand Tonnies, un socialdemocratico di vecchio stampo, è di tutt' altra levatura.» Wilhelm Schmitz era un amico di Günther Krauss che incontravo insieme ogni volta che facevo loro visita in Köln negli anni Ottanta del secolo scorso. Ed ancora in data 20.6.48 così prosegue la polemica con Radbruch: «Oggi, i possessori di licenza del 1945 nei panni degli eroi della libertà di parola! Radbruch come maquis. La grandezza della Germania contemporanea; parlate dei vecchi colleghi ridotti al silenzio». Ed ancora, in data 1.9.48, toccando il tema del diritto naturale, caro a Radbruch: «“Diritto naturale” è un’espressione anacronistica e fuorviante nell’epoca delle scienze naturali e del dominio dei loro risultati concreti. In seguito allo sviluppo di legalità e legittimità il dIrltto trova rifugio solo nella giurisprudenza, non più nella legge. Ci può essere diritto solo se la giurisprudenza lo riconosce, lo accoglie in sé e lo fa germogliare. Ma, come è avvenuto anche in altri secoli altrettanto caotici, la giurisprudenza segue la sua strada e trova i suoi sostenitori. È questo il grande processo di selezione oggi in atto. Per fortuna non ci ostacola più il riguardo per uomini del genere di Radbruch». Più duro, in data 12.7.49, dove Radbruch è accomunato in uno stesso giudizio con Jaspers: «Nella Germania liberata del 1945, Radbruch e Jaspers erano le
pin-up delle scienze dello spirito, e andavano molto fieri del loro
success. Oggi accolgono con sdegno, come frutto della rinazificazione della Germania, il fatto di essere diventati noiosi e di essere accantonati. Prima che siano d’accordo di farsi staccare dai muri, come i manifesti delle pin-up, devono piuttosto essere appesi al muro ancora alcuni Tedeschi. decisi a ogni denuncia, dichiarano di voler combattere fino all’ultimo. Lo faranno certamente. Comunque non perderanno oggi la loro pensione, come non la perdettero nel 1933. Avanti, dunque! Procediamo nella lotta per la libertà e per i diritti umani.» E non si placa Schmitt in data, 8.8.50, ad un anno dalla morte di Radbruch: «Homo homini Radbruch. “We don’t kill them, we drive them to suicide”. Ecco la formula per l’uccisione rituale secondo il rito rigorosamente umanitario. Non si uccide l’altro, lo si spinge al suicidio,
tout doucement».
Rosenbaum Eduard. - Nato nel 1887, morto nel 1979:
genealogia, coetaneo e amico di Carl Schmitt, dalla nota 137 di pagina 22 dei “Tagebücher 1930 bis 1934” e dalle pag. 404-405 dei Tagebücher 1912-15 si ricavano queste ed altre notizie: «Eduard Rosenbaum (1887-1979), mit Schmitt seit Studentenzeiten befreundet, Sachverstäniger in der Friedensdelegation in Versailles, Direktor der Commerzbibliothek Hamburg, Syndikus der Handelskammer, 1933 entlassen, 1934 Emigration nach London, 1935-1952 Bibliothek der London School of Economics, Übersetzer von John Maynard Keynes». || Si erano conosciuti a Monaco di Baviera. Scrive Hüsmert: «Rosenbaum studierte Rechts- und Staatswissenschaften in München, Berlin, Stuttgart, Kiel und Bern und promovierte 1911 in Kiel» (
Jugendbriefe, p. 19). || In Glossarium, 21.9.47: «…Nel 1926 E. Rosenbaum me lo segnalò; nel frattempo anche anche Rosenbaum è ricomparso, non mi dà tregua, è pieno di odio e di ressentiment, ma ciò non importa. “I do not know that I did well, but I did honestly” (Grey)».
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Alfred Rosenberg |
Rosenberg, Alfred. - Nato a Tallin il 12 gennaio 1893, e impiccato a Norimberga il 16 ottobre 1946. Di lui Wikipedia recita: «è stato un politico e filosofo tedesco, membro del partito nazionalsocialista e uno dei massimi esponenti della sua ideologia, oltre che uno dei principali imputati del processo di Norimberga, in cui è stato condannato per crimini contro l’umanità e crimini di guerra» (
Fonte). A noi qui interessa per un
Documento proveniente dal suo Ufficio, dove era analizzata la produzione scientifica di Carl Schmitt, per poi dedurne la sua incompatibilità con l’ideologia nazionalsocialista. Il Documento reca la data del gennaio 1937 ed è di poco successivo ad una serie di attacchi contro Carl Schmitt da parte dell’organo delle SS, “Das Schwarz Korps”. Non è noto il nome dell’effettivo estensore del Documento.
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