03 aprile 2007

Sollen wir Carl Schmitt ein Denkmal setzen?

Foto dell’archivio privato Giesler pubblicata a p. 44 della Frankfurter Allgemeine Zeitung del 17 marzo 2007. Si riferisce alla festa per il 90° compleanno di Carl Schmitt in Plettenberg l'11 luglio 1978. Alla foto che occupa mezza pagina si accompagna un articolo di Timo Frasch con titolo: Sollen wir Carl Schmitt ein Denkmal setzen?, cioè: Dobbiamo innalzare un monumento a Carl Schmitt? Non trovo purtroppo un link che consenta la lettura dell’articolo. Ne riassumo più sotto il contenuto, integrandone le notizie con altre da me raccolte e soprattutto aggiungendo i miei commenti e le mie osservazioni.




Il disegno qui sotto riportato offre una didascalia delle persone presenti. La foto è stata ripresa tramite scanner da fotocopia della pagina della FAZ inviatemi da Gerd Giesler.

Post Scriptum: den Verleger Dr. Johannes Broermann vom Verlag Duncker & Humblot. Er steht in der zweiten Reihe rechts außen, schräg hinter Prof. Hans Schneider (nr. 6).

Si possono riconoscere seduto al centro Carl Schmitt con sua destra seduta la nipote Dusanka Otero Schmitt ed a sinistra Carlos Otero Schmitt. Segue a sinistra del figlio Carlos pure di profilo l’unica figlia di Schmitt, Anima Schmitt sposato Otero e premorta al padre. A sinistra di Anima Frau Anni Stand, la governante di Schmitt che lo ha assistito fino agli ultimi suoi anni. A sinistra di Anni Stand in basso rivolto verso il fotografo è Hans Schneider, docente di diritto pubblico all’università di Heidelberg. A sinistra di Dusanka, in piedi, si vede Ernst Jünger, amico e corrispondente di Carl Schmitt fin dal 1930. Dietro Juunger al n° 10 del disegno si vede Ernst Hüsmert, un vecchio e fedele amico di Carl Schmitt. A sinistra di Hüsmert al n° 9 del disegno si trova il pubblicista Ralf Schroers. Subito a sinistra si vede (n. 13) il busto di Nikolaus Sombart. Dietro Sombart al n. 8 del disegno si vede il sindaco di Plettenberg Dr. Baberg. Dietro Schmitt, in piedi, leggermente a destra al n. 24 si trova la sorella di Schmitt la signora Auguste Schmitt. Ancora a sinistra al numero 11 del disegno si vede il giornalista Johannes Gross. Dietro di lui, a sinistra, al n. 12 si vede il prof. Joseph H. Kaiser, scomparso da pochi anni. Accanto a Kaiser si vede con gli occhiali al n. 14 il giornalista Sepp Schelz. Davanti alla signora con il vestito a quadri si trova al n. 15 Peter Scheibert, uno storico dell’Europa orientale che ha insegnato a Marburg e che negli ultimi anni viveva a Berlino. Sta parlando con lui Piet Tommissen (n. 16), di cui si vede la mano alzata. Di fronte a Tommissen si trova il genero (n. 17)di Schmitt, Alfonso Otero Varela, che era stato assistente di Alvaro d’Ors, tramite il quale conobbe Anima che divenne poi sua moglie. Distante al n. 18, accanto al signore occhiali e cravatta a quadri, si vede Günther Krauss, che fu allievo di Schmitt negli anni trenta. In questo Blog ho pubblicato le sue memorie in tedesco e in traduzione italiana. Il signore con occhiali e cravatta a quadri (n. 19) è Julien Freund. La signora accanto a Freund, al n. 26 del disegno è Liselotte Jünger. Dietro Liselotte si vede appena la testa di Christian Meier (n. 20), storico dell'antichità all’università di Monaco di Baviera. Poco distante (n. 21) si vede appena il volto di Ernst-Wolfgang Böckenförde, docente di diritto costituzionale a Freiburg i. Br. Gli è accanto a figura intera (n. 22), Gerd Giesler, editore ed amico di Schmitt. È rimasto fuori della foto Rüdiger Altmann (n. 23), che appare invece al centro di un capannello di tre perssone intente a conversare fra di loro. Ben visibile al n. 25 il dott. Bakowski, il medico di famiglia, dietro Anima Schmitt e Anni Stand.
Post Scriptum: nella didascalia della foto pubblicata nella FAZ è stato omesso, una persona identificata successivamente. Si tratta dell’editore Dr. Joannes Broemann della casa editrice Duncker & Humblot. Si trova nella seconda fila a destra in fuori, in posizione obliqua dietri il prof. Hans Schneider (nr. 6).

Links disponibili sulle persone raffigurate nella Foto:

1 commento:

  1. Carissimo prof. Caracciolo,
    le segnalo un articolo interessante: Franco Volpi, «Un monumento per Schmitt. Finora nel paese natale neanche una lapide», La Repubblica, 22 Marzo 2007, pp. 50-51.

    Roberto Soluri

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