Posso finalmente annunciare l’uscita dell'edizione italiana di “Posizioni e concetti" di Carl Schmitt. Ne ho ricevuto questa mattina un esemplare. L’espressione fresco di stampa è quanto mai appropriata: sulla copertina era ancora fresco l’inchiostro del Logo dell'editore GIUFFRÈ che si è macchiato toccandolo io incautamente con la mano. L’uscita del volume mi è di sprone a curare questo Blog, che ho alquanto trascurato da diversi mesi, sopraffatto dai temi dell’attualità politica italiana e internazionale. Del resto, di questa mia distrazione è responsabile lo stesso Schmitt. Traducendo “Posizioni e concetti” mi sono accorto che il nostro pensiero si forma proprio in un rapporto costante con la nostra attualità politica. Il pensiero di Schmitt non sarebbe stato quello che conosciamo se Schmitt non si fosse sempre rapportato alla sua epoca e al suo paese. Non ci si isola ed astrae impunemente dal proprio tempo. Nel mio rapportarmi al mio tempo ho potuto riscoprire l’attualità di Schmitt nella misura in cui i problemi umani permangono identici nel tempo. A mio avviso, l’ostracismo verso Schmitt da parte dei suoi odierni detrattori nasce dalla consapevolezza che Schmitt può ancora parlare e ci dice cose che come cittadini europei turbano la nostra coscienza. Ma il discorso diventa qui complesso e dobbiamo rinviarlo ad altra sede.
Di seguito la foto di altre mie edizioni di Carl Schmitt: Il Custode della Costituzione (1981), La Dottrina della Costituzione (1984), Teologia Politica II (1992), La Dittatura (2006). Avevo iniziato a tradurre Schmitt in un periodo in cui nessuno voleva tradurlo perché troppo cattiva e compromettente era la sua fama. Poi è arrivato il periodo del successo editoriale e commerciale ed alcuni titoli mi sono stati sottratti mentre li stavo traducendo. Di qualche titolo avevo perfino terminata la traduzione, quando ho visto il titolo uscire presso altro editore per la mano di un altro traduttore. Non me la sono presa più di tanto e sono lieto di non essere stato il solo traduttore di Schmitt: un onere che è bene condividere con la più vasta comunità scientifica possibile. Mentre però altri pur avendolo tradotto, prendono lo distanze da questo Autore, io conservo una piena adesione al pensiero del Maestro, che ho avuto l’onore di conoscere negli ultimi anni della sua vita e in un certo modo di essere stato ammesso alla sua Scuola.
Altre fatiche sono in programma, ma al momento non posso anticipare i piani editoriali.
Di seguito la foto di altre mie edizioni di Carl Schmitt: Il Custode della Costituzione (1981), La Dottrina della Costituzione (1984), Teologia Politica II (1992), La Dittatura (2006). Avevo iniziato a tradurre Schmitt in un periodo in cui nessuno voleva tradurlo perché troppo cattiva e compromettente era la sua fama. Poi è arrivato il periodo del successo editoriale e commerciale ed alcuni titoli mi sono stati sottratti mentre li stavo traducendo. Di qualche titolo avevo perfino terminata la traduzione, quando ho visto il titolo uscire presso altro editore per la mano di un altro traduttore. Non me la sono presa più di tanto e sono lieto di non essere stato il solo traduttore di Schmitt: un onere che è bene condividere con la più vasta comunità scientifica possibile. Mentre però altri pur avendolo tradotto, prendono lo distanze da questo Autore, io conservo una piena adesione al pensiero del Maestro, che ho avuto l’onore di conoscere negli ultimi anni della sua vita e in un certo modo di essere stato ammesso alla sua Scuola.
Altre fatiche sono in programma, ma al momento non posso anticipare i piani editoriali.
caro professore,
RispondiEliminacomplimenti per la sua traduzione, che farò acquistare per la Biblioteca del mio Dipartimento. E' vero grazie ad Adelphi Schmitt è diventato molto popolare. Lo stesso non può dirsi in Germania dove è frutto ancora di un fortissimo ostracismo... fa eccezione timidamente l'ambito cattolico... come anche juenger, il cui ritratto nello studio ha provocato non pochi problemi ad un professore tedesco di mia conoscenza... forse in questo siamo davvero più "avanti" che in germania... un saluto,
Odisseus
(e non parliamo di Taubes, ebreo messo all'indice in germania per l'amicizia con Schmitt)