1. Premessa. - Al visitatore occasionale di questa pagina (in costruzione), che non abbia avuto modo di leggere analoghe avvertenze contenute in altre pagine, preme mettere subito in chiaro che questo non è un sito neonazista. Ho già detto numerose volte che fascismo e nazismo devono essere considerati come fenomeni definitivamente trascorsi. Essi non possono più in alcun modo influenzare o condizionare il nostro presente. Chi ritiene che ciò sia possibile fa solo politica strumentale per difendere posizioni dottrinali ed equilibri stabiliti nel dopoguerra in Yalta. Ogni politica deve però essere basata sulle ragioni e sui problemi del presente, non su ideologie del passato che vogliono solo nascondere i problemi del presente. Data la premessa, il nostro scopo è di poter indagare con libertà e serenità d'animo il nostro passato recente e meno recente per tentar di capire come e perché si sono originati e sviluppati fenomeni che hanno avuto esito tragico. In particolare, ci interessano le posizioni degli uomini, anche grandi intellettuali, che quegli eventi hanno vissuto da protagonisti o almeno da testimoni oculari. Rispetto a loro noi abbiamo il vantaggio di poter osservare da lontano o dall'alto del luogo dove si svolse la mischia nella quale loro si trovarono immersi. E' a noi comunque che serve capire le loro ragioni, condivisibili o meno. Ci è necessario capire le loro ragioni perché noi siamo gli eredi del mondo che ci hanno lasciato. Carl Schmitt è stato – come ha riconosciuto Gadamer – l'uomo più intelligente del suo tempo. Come anche Heideggere e Jünger, ha manifestato adesione per il nazismo giunto al potere con una procedura legale formalmente ineccepibile. Per questa loro normale opzione politica sono stati ampiamente criminalizzati da molte persone istruite che scrivono libri ed articoli. Nostra intenzione è di capire le ragioni degli incriminati partendo non dalle accuse dei loro detrattori, ma dall'analisi dei loro scritti e di ogni documento utile. E si badi bene: non con lo scopo di incriminarli di nuovo o di assolverli, ma con il solo scopo di comprenderli. Se è lecito comparare il piccolo con il grande, in questo momento in cui scrivo nella repubblica italiana sono stati eletti ai massimi vertici esponenti molto più comunisti e partigiani di Stalin di quanto Schmitt non sia stato nazista e partigiano di Hitler. Sorge per me il problema dell'atteggiamento da assumere di fronte ad una situazione politica che io non ho scelto né voluto. Realismo vuole che mi rassegni al dato di fatto e speri per il meglio. La storia non è solo quella che noi produciamo, ma anche quella che subiamo e verso la quale dobbiamo rapportarci.
Il testo che qui analizzeremo in un lungo arco di tempo è quello che servì al nazismo per alcune importanti modifiche costituzionali, la cui esigenza era già avvertita in epoca weimariana senza però nessun governo ne fosse capace. Su queste realizzazioni il regime guadagnò il suo consenso. Su altre lo perse e trascinò il popolo tedesco nella tragedia. Ma scopo di questa premessa non è di azzardare riflessioni generali di filosofia della storia ma di approntare un rimedio ed un argine ad equivoci e fraintendimenti più o meno interessati. Le modalità redazioni sono identiche a quelle indicate sotto l'esponente A.) La successione dei testi non è cronologica, ma casuale e dipendente dalla mia attuale disponibilità dei documenti, alcuni dei quali fuori posto o smarriti, prestati e non riavuti, in microfilm non leggibili.
16 maggio 2006
Analisi e commento dei testi "nazisti" di Carl Schmitt: B. »Das Reichstatthaltergesezt«
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