21 aprile 2006

Gunter Maschke: L'Ufficio di Rosenberg contro Carl Schmitt

L’UFFICIO DI ROSENBERG
CONTRO CARL SCHMITT

Un documento dell’anno 1937

Verso la fine del 1936 Carl Schmitt si dimise da parecchie cariche, attraverso le quali aveva fino allora esercitato una considerevole influenza sul diritto nel nazionalsocialismo (1). Il 15 dicembre 1936 la Deutsche Juristen-Zeitung edita da Carl Schmitt smise la pubblicazione e rinacque nella Zeitschrift der Akademie für Deutsches Recht (2). Schmitt era diventato la vittima di una campagna, sulla cui riuscita e mandanti fino ad oggi non sappiamo molto (3). Un ruolo importante può averlo svolto Waldemar Gurian, un allievo di Schmitt emigrato in Svizzera, dove pubblicava la rivista della resistenza Deutsche Briefe, in cui a partire dal 1934 faceva uscire parecchi articoli, che descrivevano la condotta e le opinioni di Schmitt prima del 1933: i suoi rapporti in parte amichevoli con ebrei, lo scherno per le teorie della razza, l’interesse per l’impostazione marxista dei problemi (4). Evidentemente anche la rivista delle SS, Das Schwarze Korps, conosceva i testi di Gurian e li utilizzò nei suoi aspri attacchi a Schmitt nel dicembre 1936 (5). Il 7 gennaio 1937, più o meno dopo l’hallalì, anche le Mitteilungen zur weltanschaulichen Lage presero parte alla “battuta di caccia” al “giurista della Corona” (Gurian).

Le Mitteilungen (Comunicazioni) erano un servizio di informazione riservata, fatto in ciclostile e proveniente dall’Ufficio di Rosenberg. Benché con una lettera di Hitler del 24 gennaio 1934 Alfred Rosenberg fosse stato incaricato “della vigilanza di tutta l’istruzione ed educazione ideologica e spirituale del partito e di tutte le associazioni uniformate come pure dell’opera Kraft durch Freude” (6), il suo Ufficio dell’incaricato del Führer per la vigilanza spirituale ed ideologica della NSDAP (nell’uso linguistico: Ufficio di Rosenberg) fondato il 6 giugno 1934 non poté mai raggiungere l’influenza sperata. La sua competenza riguardava tanto l’istruzione ideologica quanto ciò che concerne la politica culturale, teatrale, letteraria ed universitaria del regime; ma nelle questioni veramente decisive i concorrenti di Rosenberg nel caos di poteri dello Stato del Führer, ad es. Joseph Goebbles, Heinrich Himmler o Robert Ley erano più forti. Se però di Rosenberg si tiene presente l’assai estesa politica dell’informazione, le numerose riviste che controllava, infine il gran numero di collaboratori in uffici centrali e periferici, allora si deve stimare almeno considerevole la sua influenza sul pensiero di molti funzionari.

Il rapporto qui presentato si distingue dai soliti attacchi nazionalsocialisti a Schmitt, per es. da quelli di Reinhard Höhn o di Otto Koellreutter, per l’eccitazione antiromana particolarmente intensa. Corrisponde esattamente alla concezione del mondo di Alfred Rosenberg, nella cui opera principale Il mito del XX secolo il cattolicesimo è il male ed il cancro per antonomasia, prima ancora dell’ebraismo e della massoneria (7). Va aggiunto che le Mitteilungen erano edite dalla sezione Archiv für kirchenpolitische Fragen all’interno dell’Ufficio di Rosenberg, la quale a partire dal 1937 firmava come Amt Weltanschauliche Information (8).

La lotta contro la Chiesa cattolica nelle Mitteilungen era sempre in primo piano. L’attribuzione dell’articolo apparso anonimo resta materia di supposizioni. Autore potrebbe esserne il dirigente della sezione suddetta, il dott. Matthes Ziegler, nato nel 1911, che fece parte per qualche tempo dell’Ufficio centrale della sicurezza del Reich e quindi delle SS; proprio il rinvio a Das Schwarze Korps all’inizio del parere fa pensare a ciò. Un precedente parere, che non conosciamo (9), redatto dall’Ufficio di Rosenberg potrebbe forse consentire delle illazioni. La Abteilung Schrifttumspflege (Sezione per la vigilanza sulla letteratura) dall’Ufficio di Rosenberg attaccava pure Carl Schmitt, e precisamente nella rivista Bücherkunde accessibile a cerchie più ampie. Vi apparve il 1° settembre 1937 un articolo piuttosto breve, in cui venivano ripetuti gli argomenti qui esposti, nel fascicolo del luglio 1939 un saggio più lungo, un po’ più posato ed accademicamente efficace, in cui ci si interessava anche del libro di Schmitt su Hobbes (10). Il capo redattore per le scienze giuridiche della Bücherkunde era il docente di diritto pubblico ed internazionale di Breslava Gustav Adolf Walz, al quale propriamente siffatte polemiche importavano meno. Che Carl Schmitt non potesse pensare di rendere il nazionalsocialismo accondiscendente nei confronti del cattolicesimo facendo uso di un qualche trucco argomentatorio è un fatto che non ha proprio bisogno di essere dimostrato (11). L’isterismo della cerchia di Rosenberg verso “Roma”, e contro le “congiure dei gesuiti”, era del resto una forza realmente efficace. Per giunta, ci si serviva di siffatti topoi anche con intenti manipolatori; era infine noto che essi ottenevano l’effetto desiderato sugli animi più semplici fra i compagni di partito.

Al di là del fatto contingente il testo che qui si presenta può ancora avere interesse sotto un duplice aspetto. In primo luogo esso dimostra una buona volta per tutte che i nazionalsocialisti non perdonarono mai l’intervento di Schmitt in favore dei gabinetti del Presidente. Ancora nel 1937 essi si rendevano perfettamente conto che il loro avversario da prendere sul serio non era stata la democrazia di Weimar (e le teorie pubblicistiche che l’appoggiavano), ma i gabinetti presidenziali e l’art. 48 da questi interpretato e messo in esecuzione. Proprio il documento che presentiamo conferma l’interpretazione di Schmitt in Legalität und Legitimität (12). In secondo luogo si mostra la grande capacità esplicativa del concetto schmittiano di “ordinamento concreto”, unendo qui una nuova interpretazione a quelle finora avute (13).

La pubblicazione si basa su di un esemplare delle Mitteilungen trovato nel 1981 presso un antiquario di Francoforte, in carta per duplicatori, 14 pagine in tutto e numerate in modo corrispondente. Dopo la frase conclusiva dell’articolo su Schmitt (“Questo è il nocciolo della dottrina di Carl Schmitt”) si trova: “Il foglio di comunicazioni della lega dei difensori del diritto nazionalsocialista comunica: il capo dei gruppi del Reich (il gruppo del Reich dei docenti degli Istituti superiori universitari” – e con ciò termina la pagina 14. Quindi il numero in questione delle Mitteilunzen aveva ancora almeno una pagina 15. L’informazione, le cui parole erano qui riprodotte, si riferiva presumibilmente alle dimissioni di Schmitt dalle sue cariche (14).

L’ortografia e la punteggiatura dell’originale tedesco vengono conservate, egualmente le numerose sottolineature all’interno dei testi di Schmitt citati. Nell’originale le annotazioni si trovano a piè di pagina in senso stretto e si collocano – di volta in volta incominciando con “1” – alla fine della pagina corrispondente. Esse vengono qui rinumerate, dopo aver inserito fra parentesi quadre le proprie annotazioni. Le citazioni sono state controllate, senza annotare espressamente deviazioni alquanto piccole oppure omissioni non essenziali (ad es., “sentenze del tribunale” – Gerichtsurteile –, “sentenze giudiziarie” – gerichtliche Urteile –, ecc.). Le edizioni di volta in volta utilizzate sono però esattamente indicate. Annotazioni su citazioni vengono posposte fra parentesi.

Günter Maschke

NOTE

(1) Alla fine del 1936 Schmitt era presidente della sezione di diritto pubblico ed amministrativo nell’Accademia del diritto tedesco, dirigente del Gruppo di lavoro della categoria dei docenti degli istituti superiori universitari nella federazione dei giuristi tedeschi (BNSDJ), come pure membro della Commissione per gli Istituti superiori del sostituto del Führer (competente fra l’altro per le nomine alle cattedre giundiche).
(2) Cfr. Deutsche Juristen-Zeitung, 41. Jg., H. 24, del 15 dicembre 1936, con una “Conclusione dell’editore”, col. 1453-1456, ed alcune osservazioni preliminari di Hans Frank (“A conclusione”), in cui si dice fra l’altro: “...ci voleva un bel coraggio a sostenere la linea della lotta giuridica nazionalsocialista di fronte a tutto il mondo scientifico ancora assai influenzato in senso antitedesco senza aver riguardo ai continui attacchi purtroppo anche molto personali, in particolare all’editore Carl Schmitt. La grande prestazione di Carl Schmitt per il rinnovamento del diritto tedesco sarà in ogni tempo una superba testimonianza dell’egemonia intellettuale tedesca” (ivi, c. 1451-52).
(3) Cfr. l’esposizione in: J.W. BENDERSKY, Carl Schmitt – Theorist for the Reich, Princeton 1983, p. 219 ss.
(4) Cfr. Ia documentazione completa Deutsche Briefe 1934-1938. Ein Blatt der katholischen Emigration, rielaborata da Heinz Hürten, Mainz 1969, 2 voll.; spec. gli articoli su Schmitt nel vol. I: p. 52 ss., 214 ss., 403 ss.; nel vol. II: p. 107 ss., 130, 205 s., 240 ss., 288 s., 405 ss., 429, 489 ss., 498 s., 510. Su Gurian cfr.: H. HÜRTEN, Waldemar Gurian – Eine Zeuge der Krise unserer Welt in der ersten Hälfte des 20. Jahrhunderts, Mainz 1972.
(5) Si tratta degli articoli apparsi anonimi “Eine peinliche Ehrenrettung”, del 3 dicembre 1936, e “Es wird immer noch peinlicher!” del 10 dicembre 1936, in Das Schwarze Korps. L’autore era presumibilmente il capo del periodico, Gunter d’Aquen; occasione della polemica fu un articolo di sostegno in favore di Schmitt ad opera del suo allievo Günther KRAUSS, Zum Neubau deutscher Staatslehre – Die Forschungen Carl Schmitts, in Jugend und Recht, 10 novembre 1936, p. 252-253, dove veniva illustrata l’evoluzione del pensiero di Schmitt “dalla Chiesa attraverso lo Stato fino al Reich”.
(6) La lettera di Hitler è riprodotta in: Reinhard BOLLMUS, Das Amt Rosenberg und seine Gegner – Studien zum Machtkampf im nationalsozialistischen Herrschaftssystem, Stuttgart 1970, p. 54 s. – Il libro documenta in modo assai impressionante la debolezza politica di Rosenberg e del suo Ufficio qui solo brevemente accennata.
(7) Cfr. Alfred ROSENBERG, Der Mythus des 20. Jahrhunderts, München 1943, 11ª ed. (1ª ed. 1930), spec. p. 245 ss., dove è aspramente attaccato Erich Przywara S.J., un amico intimo di Schmitt.
(8) Sui diversi uffici o sottosezioni dell’Ufficio di Rosenberg cfr. R. BOLLMUS, op. cit., 68 ss.
(9) Cfr. le osservazioni introduttive del documento infra allegato. BENDERSKY, op. cit” 240, nt. 84, menziona pure questo testo (con il titolo “Professor Carl Schmitt”), ma sembra conosca appena questo parere.
(10) Cfr. in Bücherkunde, 1° settembre 1937, serie 9, p. 498 il breve articolo di Helmut MERZDORF, Nur ein Werkzeug?, in cui fra l’altro si dice: “Gli (= allo scritto “Cattolicesimo romano e forma politica”, G.M.) spetta il mento di aver svelato e chiarito i metodi di lavoro del cattolicesimo politico... Egli (= Carl Schmitt, G.M.) dice qui della concezione cattolica del mondo, che fa diventare ‘tutte le possibilità e le forme politiche un mero strumento dell’idea da realizzare’. Questa frase decisiva contiene il programma di teoria dello Stato del cattolicesimo politico...”.
Il saggio del Dr. Gustav BERGER, Ein Staatsrechtslehrer als “Theologe der bestehenden Ordnung”, in Bücherkunde, Juli 1939, p. 332-328, si interessa più dettagliatamente dell’orientamento cattolico di Schmitt e giunge alla conclusione dal tono leggermente beffardo: “...egli dovrà necessariamente comprendere, quando lo consigliamo di non allontanarsi dalla sua precedente tendenza, ma di proseguirla in modo conseguente. Sarebbe una grande opera, se partendo ad esempio dalla complexio oppositorum tentasse una visione d’insieme della dottrina cattolica dello Stato, per così dire una teoria cattolica della politica. Senza ‘cattolicità’ Schmitt è privo della sua propria linea...” (ivi, 338).
(11 ) A Schmitt era imputato fra l’altro: di voler condurre i giuristi verso il nazionalsocialismo, di voler minare il nazionalsocialismo, di rappresentare una dottrina accentuatamente non cristiana, di essere un pensatore accentuatamente cattolico, ecc. In questo c’è qui soltanto un’ulteriore variante.
( 12) Cfr. le osservazioni aggiunte da Schmitt alla ristampa di Legalität und Legitimität in: Carl SCHMITT, Verfassungsrechtliche Aufsätze aus den Jahren 1924–1954. Materialen zu einer Verfassungslehre, Berlin, 1973, 2ª ed., p. 345-350.
(13) L’ “ordinamento concreto” di Schmitt implica così secondo B. RÜTHERS, Entartes Recht. Rechtslehren und Kronjuristen im Dritten Reich, München 1988, spec. 59 ss., una sottomissione al nazionalsocialismo secondo E. SCHWINGE e L. ZIMMERL, Wesensschau und konkretes Ordnungsdenken im Stratrecht, Bonn 1937, spec. p. 17-33, questo concetto scalza ogni certezza giundica; secondo A. MOHLER, Carl Schmitt und die “Konservative Revolution”, in: H. QUARITSCH (Hrsg.), Complexio oppositorum. Über Carl Schmitt, Berlin 1988, p. 129-151, esso è una ribellione contro le astrazioni, ma in quanto tale è pure una reazione contro il nazionalsocialismo, inoltre è connesso con un allontanamento di Schmitt dal cristianesimo (! G.M.). La lista postrebbe essere prolungata.
(14) Cfr. le Mitteilungen des NS-Rechtswahrerbundes, Nr. 12, del 15 dicembre 1936, p. 248, in cui si informa brevemente su queste dimissioni.

1 commento:

  1. Buongiorno, Prof. Caracciolo.

    Sono molto interessato al pensiero di Carl Schmitt, che lessi circa tre decenni fa con grande profitto e che tuttora costituisce un riferimento imprescindibile per chiunque abbia intenzione di continuare a tenere gli occhi ben aperti.
    In questo senso, il Suo lavoro accademico, così come il prezioso strumento di ricerca costituito da questo blog, sono estremamente stimolanti.

    Una preghiera:
    -esistono traduzioni italiane( o francesi o inglesi) dei famigerati articoli del 1936 contro Schmitt (“Eine peinliche Ehrenrettung”, del 3 dicembre 1936, e “Es wird immer noch peinlicher!” del 10 dicembre 1936, in Das Schwarze Korps)? E se sì, potrebbe gentilmente inviarmele?

    -Coe mai non vedo riportata, nell'elenco delle traduzioni italiane, la prima di "Positionen und Begriffe, im Kampf mit Weimar – Genf – Versailles 1923–1939", vale a dire la Sua, "Posizioni e concetti. In lotta contro Weimar-Ginevra-Versailles. 1923-1939" ?

    Grazie per il tempo e l'attenzione concessami.
    Conto di scriverLe ancora.

    Dott. Giuliano Zingone

    (Le allego il link al mio blog:
    http://perlafenomenologia.blogspot.it/

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